L’attualità del 2012

Fiore

Ci sono pochi argomenti che, nati dai movimenti alternativi, hanno avuto un impatto cosi importante sulla società in generale. Da una riflessione riservata all’ambiente dei conoscitori del Messico, come era negli anni 90, oramai è di dominio pubblico.

Tante cose si dicono oggi su ciò che dovrebbe succedere nel 2012. Tanto che oggi ci sono articoli dedicati all’argomento su riviste di larga diffusione.

Bolon Yokte
Bolon Yokte

Sfortunatamente, diffusione fa rima sovente con disinformazione. Dalla riflessione iniziale, profonda e arricchente quale era, eccola trasformata sovente in idea semplicistica che veicola un vecchio riflesso di paura.

Sorpreso dall’interesse del pubblico sull’argomento, un editore italiano mi diceva cinque anni fa che si trattava solo di un effetto della moda. Giocoforza bisogna constatare che si tratta di un’ondata di fondo che sta solo iniziando.

Il 13 novembre 2009 uscirà in prima assoluta negli Stati Uniti un film intitolato 2012. Si tratta di un film sensazionale che descrive gli avvenimenti nel modo più drammatico che si possa immaginare…

Perché il 21 dicembre 2012?
Il calendario Maya è composto da anni di 360 giorni (tun). 400 anni formano un baktun, cioè 144.000 giorni. Il calendario maya comprende 13 baktun in totale. Poiché la fine del mondo precedente è stata fissata dai Maya all’11 agosto 3114 a.C., il calendario ciclico riprenderà il 21 dicembre 2012.

iscrizione
iscrizione

Questa iscrizione primordiale e mezza cancellata, del monumento n. 6 del sito di El Tortuguero in Messico, indica che alla fine del 13° baktun, il dio Bolon Yokte scenderà sulla terra. Questo Dio è sovente rappresentato come il Dio del conflitto, della guerra e dei mondi inferiori. Non è dunque di distruzione che si tratta, ma della discesa di un Dio. Come nel caso di altre civiltà antiche, bisogna tradurre “discesa” con un cambiamento di atteggiamento dell’umanità.

Le origini

Per capire meglio, bisogna mettere questo movimento in un contesto più generale. Dalla nascita delle grandi religioni attuali, la nozione di “fine dei tempi” è una costante. Questo pensiero escatologico si è sviluppato molto in seno al cristianesimo. Basta leggere il vangelo di Luca per convincersene: “ve lo dico: questa generazione non passerà senza che tutto ciò accada” (1). Gli apostoli stessi erano convinti che sarebbero stati testimoni del ritorno del Cristo. Giovanni non dice forse: “ se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?” (2).

Poi, c’è stata la paura dell’anno 1000 in cui numerosi pensavano che il mondo stava arrivando alla fine. Questo timore arrivava dalla lettura dell’Apocalisse di San Giovanni: “ poi vidi scendere dal cielo un angelo che aveva le chiavi dell’abisso e una grande catena in mano. Afferrò il dragone, l’antico serpente, che è il diavolo e Satana, e lo legò per mille anni. Lo getto nell’abisso, chiuse e sigillò l’ingresso al di sopra di lui, in modo che non seducesse più le nazioni, fino a che i mille anni non passino. (…) quando i mille anni saranno passati, Satana sarà liberato dalla sua prigione. Uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra. “ (3)

In un altro ordine di idee,ricordiamoci della paura che si viveva alla vigilia dell’anno 2000. Comunque, da una ventina d’anni questo fenomeno si sta accelerando. Ci sono sempre più regolarmente degli annunci di date di sconvolgimenti. Tutti questi movimenti hanno in comune l’annuncio di una scadenza al di là della quale niente sarà più come prima. Sul dopo-scandenza regna sempre un flusso che lascia sovente la porta aperta a tutte le paure inconsce.

La fine del mondo?

Le informazioni più disparate circolano sui giornali, su certi libri e su Internet. Come non restare sorpresi dal numero di cose a volte contraddittorie che possono dirsi qua e là. È ben difficile orientarsi in un tale ammasso di informazioni.

Che cosa rientra nel possibile e cosa invece rientra più nell’immaginario di autori privi di pubblico? La prima cosa che non bisogna perdere di vista nel momento in cui si affronta un tale argomento, è il buon senso. Questo buon senso profondo, terreno che è una vera bussola per capire la situazione. Le cose vere sono sovente semplici e facili da capire.

Quanti annunci di grandi sconvolgimenti climatici, di terremoti, di cataclismi di ogni genere sentiamo? La terra, come tutto ciò che esiste, ha conosciuto un inizio e quindi conoscerà una fine. Nutrire questo genere di idee, è alimentare un serbatoio di paure. Questo catastrofismo, non è forse la leva di cui si servono la maggior parte dei governi per far esplodere le guerre e limitare le libertà? È verso questo modo di funzionare che dobbiamo andare?

Questo meccanismo è abbastanza classico attraverso tutta la storia. Bisogna riprodurre questa famosa paura dell’anno 1000 in cui dei predicatori passavano in rassegna le campagne predicando il pentimento? Sono stupito dal pessimismo delle teorie avanzate intorno al 2012. 2000 anni fa, un uomo ripeteva a chi desiderava ascoltarlo: “ uomini di poca fede” (4). Questo discorso non ha fatto una piega.

I discendenti dei Maya stessi lo dicono, non si tratta della fine del mondo, ma della fine di un mondo. Sono dei modelli di pensiero, dei vecchi riflessi che sono in corso di cambiamento. Ne va dell’umanità e di noi stessi , le trasformazioni hanno bisogno di tempo per maturare. Un cambiamento rapido e brutale non servirebbe a nessuno.

L’esigenza di coerenza con il nostro impegno interiore, ci rende portatori di speranza. Portatori non solo attraverso la parola, ma anche attraverso atti concreti. Partecipare, accompagnare il cambiamento, e anche a volte precederlo.

Quale cambiamento ci attende?

La stele Maya del sito di El Tortuguero rivela che il Dio Bolon Yokte “scenderà” sulla terra. Al di là del nome impronunciabile, si sanno poche cose sul suo conto. Ritroviamo in lui le caratteristiche della dea egizia Sekhmet che, secondo la tradizione sarebbe anche lei discesa sulla terra. Lei condivide con Bolon Yokte le caratteristiche di Divinità, della guerra e dei mondi inferiori.

Bisogna capire che i “mondi inferiori” dell’epoca, non sono gli inferi di cui potremmo avere la visione noi oggi. Sono a immagine dei nostri propri demoni interiori.

La venuta di Sekhmet sulla terra, significava lo scatenamento delle passioni, la liberazione delle forze interiori. È un caso se il suo nome è diventato sinonimo di terapeuta durante il medio impero? I suoi sacerdoti padroneggiavano le arti della terapia…

Anche se questo oggi può sembrare sorprendente, la guerra, presso i Maya, come tra gli Egizi, era soprattutto un mezzo per risolvere i conflitti, i disaccordi. Come nella malattia, Sekhmet è stata inviata sulla terra per far scoppiare un ascesso.

Sekmet
Sekmet

Si ritrova questo concetto nell’India antica che parla di Kali Yuga (5) per descrivere l’epoca attuale. Kali Yuga si traduce con epoca di kali, la nera, o ancora con epoca del vizio. Kali rappresenta uno di quattro aspetti della madre divina, quello della distruzione per la ricostruzione. Le passioni sono lasciate libere per permetterci di ritrovare la nostra natura essenziale. I valori morali sono rimessi in questione per far nascere dei nuovi principi basati più sull’esperienza che sulla credenza. Kali e Sekhmet sono tutte e due associate alla fase delle mestruazioni nel ciclo mestruale: una fase necessaria per permettere un rinnovo interiore.

È ciò che gli Egizi hanno immaginato con il passaggio dalla natura passionale di Sekhmet con la testa da leone, alla serenità della sfinge che senza negare il suo corpo da leone, ha posato sopra la testa di un uomo.

Sfinge
Sfinge

Il punto in comune che si trova nei racconti apocalittici è la descrizione di uno stato di confusione che regna all’approssimarsi del cambiamento. Confusione in cui si mescolano ogni genere di informazioni. Non è ciò che si osserva già oggi? I canali di informazione si sono moltiplicati: internet, televisione, cinema, telefono. Offrono una cassa di risonanza a tutti coloro che hanno sete di sensazionalismo, o che agiscono in preda alla paura. Informazioni disparate si accumulano e ci invitano sempre più a esercitare il nostro discernimento. Non si tratta di rinnegare tutto, ma di riconoscere ciò che ci fa veramente crescere.
Sta a noi saper ritornare al cuore di noi stessi per poter “sentire” il segnale silenzioso. Quello che ci permette di sapere se una affermazione risuona in noi o no. Il Cristo riassume questo concetto con una parabola: “ i ladri e i briganti sono venuti, ma le pecore non li hanno ascoltati. (…) il buon Pastore conosce le sue pecore, esse riconosceranno la sua voce.” (6)

Quando accadrà questo?

La stessa domanda veniva posta al Cristo 2000 anni fa dagli apostoli stessi. Ecco ciò che Lui risponde: “guardate il fico e tutti gli altri alberi. Appena iniziano a germogliare voi non dovete fare altro che osservarli per capire che l’estate è vicina. Allo stesso modo, anche voi, appena vedrete che ciò accade, saprete che il regno di Dio è vicino. “ (7)

Quali sono i germogli? Credo che i primi innegabili germogli non siano altro che noi stessi… Da 20 anni il numero di gente in ricerca è considerevolmente aumentato. Lo sviluppo delle medicine alternative è senza precedenti. La crescita del numero di libri, e di riviste dedicate allo sviluppo personale è esponenziale, portando i libri spirituali alla portata di tutti.

Negli anni 80, eravamo poco numerosi a leggere dei libri che all’epoca erano denominati “esoterici”. Erano diffusi da un pugno di piccoli editori e erano sovente relegati a un piccolo scaffale nelle librerie. Oggi le cose si sono evolute. Ciò che cambia anche, è che questo movimento, all’ora limitato essenzialmente al dominio spirituale, prende una dimensione sociale, politica. Una azione concreta è in corso.

Il messaggio è chiaro: i segni sono sotto i nostri occhi, un nuovo mondo sta nascendo. Allo stesso modo, invece di interpretare gli sconvolgimenti cosmici o storici come segni precursori di una catastrofe, il Cristo vi discerne al contrario l’annuncio di un avvenire. Un rinnovamento si è già innescato in modo irreversibile ed è già iniziato.

Dietro la parabola del fico si nasconde anche un’altra lettura. Gli alberi sono un punto di riferimento stupefacente. Seguono in diretta la pulsazione del cuore della nostra umanità e ci danno informazioni sullo stato di avanzamento del cambiamento che ne segue. Da 25 anni lavoro nel campo della percezione sottile, mi sento di affermare che anno dopo anno, la qualità energetica degli alberi evolve. Sono un indicatore molto preciso del cambiamento della terra.

Akhenaton e Nefertiti mentre giocano coi loro figli sotto lo sguardo del Dio Aton
Akhenaton e Nefertiti mentre giocano coi loro figli sotto lo sguardo del Dio Aton

Se crediamo alle tradizioni antiche, sciamaniche, le cose sono seguite da molto vicino al livello del cuore dell’umanità, cioè dal sole centrale al centro della terra. Colui che è stato chiamato “re del mondo” (8) nel buddhismo tibetano o ancora “Mahatma della terra”.

Come prepararsi?

In un’epoca in cui è così facile dibattere di idee e concetti, è più che mai importante relegarsi alla terra. È sprofondando le radici nel cuore di questa che è possibile collegarsi all’umanità come a un tutto. Questa sensazione da una forza poco comune, perché diventa evidente che non siamo più gocce isolate che da sole non possono fare niente. Anzi, al contrario, diventiamo la goccia che sa di appartenere all’oceano intero. Diventiamo parte ricevente dell’evoluzione dell’umanità stessa.

Per aiutare questa presa di contatto, ecco una meditazione semplice ispirata da quelle che praticavano gli egizi al tempo del faraone Akhenaton (9).

Si tratta di sedersi e di prendere contatto con il suolo, di sentire le proprie radici sprofondare nel suolo e a mettersi in contatto con la terra e di richiamare la sua presenza vibrante al centro del nostro petto.

Lentamente e con fluidità, spostate la vostra coscienza al centro della terra fino a che non vi identificherete con il centro stesso della terra. Dopo un po’ di impregnazione del nostro amore, la presenza del cuore della terra si confonderà con la presenza del nostro cuore. Il nostro cuore diventerà il cuore della terra, e il cuore della terra il nostro. In questo momento di comunione intensa, le informazioni sul futuro del nostro pianeta si impregneranno in noi. Non sarà per forza cosciente, ma ci sarà un legame che poco a poco si tesserà tra la terra e noi stessi e che permetterà al nostro lavoro di inscriversi in uno schema globale dell’umanità.

Poi la nostra coscienza potrà fare il cammino inverso facendo ritornare la coscienza della terra nel suo insieme al livello del cuore. Poi ringraziarla per l’esperienza vissuta.

Esiste un meccanismo a cui poche persone danno importanza. Ogni notte, che lo vogliamo o no, noi riportiamo alla nostra coscienza molte informazioni. Alcuni sogni ci segnano molto e ci danno delle indicazioni precise sul nostro ruolo in seno al “grande piano”. Attraverso dei tocchi successivi il linguaggio dei sogni ci indica il cammino da prendere e ci prepara al ruolo che avremo, per quanto umile esso sia.

A mo’ di conclusione

In questi tempi di cambiamento, credo che abbiamo una responsabilità particolare. Se i nostri ideali non si riflettono in una azione concreta, quale discorso possiamo fare? Le parole sono vane se non sono accompagnate dai fatti. La malattia di cui soffriamo oggi come umanità è quella di non andare fino in fondo alle nostre idee. Noi iniziamo una riflessione senza arrivare fino alle sue conseguenze. Per paura, per sentimento di colpa, noi tratteniamo la forza di ciò che batte nel nostro petto.

Se abbiamo iniziato un reale percorso interiore, la prima domanda da farci è di sapere come aiutare il meccanismo di cambiamento che è in atto. È un reale risveglio delle coscienze che dobbiamo accompagnare. Perché ciò sia possibile, non dimentichiamo il vecchio proverbio: “il primo prossimo è se stesso”.

Gandhi
Gandhi

La vita ci chiede più che mai di cominciare a cambiare noi stessi, ciò che desidereremmo veder evolvere nell’altro. Gandhi diceva molto giustamente a proposito: “siate il cambiamento che volete vedere nel mondo”.

Il ruolo delle forze separatiste che noi viviamo oggi e quello di dividere per insegnarci l’importanza della coerenza interiore. Ci inducono a mentire, a mentire a noi stessi per insegnarci la forza della verità interiore.

È ciò che all’incirca diceva il profeta Maometto a un suo discepolo parlando del tempo della fine (10).

Maometto
Maometto

Sapere che la terra si avvicina a una fase di mutamento non deve farci perdere l’istante presente. Al contrario, questo dà un’altra intensità allo sguardo che possiamo avere sulla realtà. Questo permette di porci la domanda di chi ci fa vivere e respirare. Una presenza in ogni istante della vita che ci permette di essere di volta in volta attori e spettatori.

Bernard Rouch


Note

  1. Luca XXI, 33
  2. Giovanni XXI, 23
  3. Apocalisse (XX, 1 à 8.)
  4. Matteo XIV, 31
  5. Surya-Siddhanta: A Text Book of Hindu Astronomy (1858) di Ebenezer Burgess Kessinger Publishing
  6. Giovanni X, 8
  7. Luca XXI, 29
  8. F. Ossendowski « Bêtes Hommes et Dieux », Éd J’ai Lu A 202. Lobsang Rampa, « Twilight » Corgi Books n° 0552 09767 5 pagina 20
  9. Daniel Meurois-Givaudan « Così curavano », Éd Amrita
  10. Abd al-Rahman ibn Sakhr Al-Azdi, « Bukhari »