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Video: I Maya, quale via spirituale dopo il 2012?

Nel calendario Maya come quello Atzeco, troviamo gli stessi simboli. Al centro del calendario Atzeco la testa con la lingua di fuori significa dire la verità, essere nel vero. Nelle culture antiche il tempo non era lineare, così come è concepito in Occidente, ma circolare: esso si svolge all’interno di cicli che si ripetono avvolti in maniera spiraliforme. Ogni volta il ciclo ricomincia ma con una consapevolezza diversa. I Maya affermano che quando giungerà la fine del tempo, scenderà Bolon Yokte. Bolon Yokte è il dio della guerra, il dio della divisione necessaria per permettere il germogliare dell’unione, oltre ogni maschera, nella verità. In Egitto si dice che la dea Sekhmet scenderà nei tempi della fine. Si tratta di una figura femminile con la testa da leone: rappresenta i nostri impulsi primari, istintivi, la parte considerata oscura che non sempre vogliamo vedere. E’ la parte che crea malattie e guerre, per mettere in evidenza le guerre interiori. Sekhmet ci fa accorgere che siamo in guerra contro un aspetto di noi che non vogliamo riconoscere, perché abbiamo paura di lasciarlo emergere. Sekhmet, come Bolon Yokte, semina la divisione… per favorire l’unità. In India la dea Kali ci dice che quando siamo in contatto con la parte profonda dentro di noi, quella oscura che ci fa arrabbiare o dove scorre la nostra irruenza, allora siamo veri e coerenti, siamo noi stessi. Non ci sono più maschere né falsità, né guerre dentro di noi. Kali è la nostra parte che va in crisi, rappresenta i “momenti di basso”. I momenti difficili sono le più grandi opportunità per crescere… Cresciamo di più affrontando e guardando i nostri lati oscuri, che vedendo solo le nostre qualità… Tantrismo è ricollegarsi con la parte più irruente, naturale ma anche sana, quella che riesce a dire le cose come stanno. La dea Sekhmet è la Sfinge invertita: chi ha maturato e accettato Sekhmet diventa come la sfinge: accetta e accoglie la forza animale dentro di sé, ma rimane con la testa sopra. Molte cose che accadranno all’umanità, stanno già accadendo su di noi come individui, adesso. Noi stiamo già vivendo i cambiamenti futuri su di noi. Non ci sarà una distruzione fisica ma la presenza di un fuoco diverso… dentro di noi. Si tratta di accettare di ritrovare il nostro fuoco interiore e uscire dalla sonnolenza, dal “dormire dell’anima”. La data del 2012 probabilmente non rappresenta la fine effettiva del calendario, a causa di probabili aggiustamenti che si sono verificati nel corso dei secoli, tuttavia è certamente un momento di preparazione. Dobbiamo osare guardare oltre le maschere, e poi tagliare i rami secchi: accettare di morire un po’ a quello che pensiamo di essere. Kali, Sekmeth… hanno il meccanismo del rinnovamento: non c’è certezza assoluta: l’unica certezza è che tutto cambia… occorre avere il dubbio sano che ci porta a rimetterci in discussione e a predisporci a nuove nascite. Il nostro miglior insegnante che ci aiuta a guardare dentro di noi è la coppia, la relazione con l’altro. La coppia tira fuori gli aspetti nascosti di noi, ma dobbiamo recuperare prima di tutto la coppia interiore: non è l’altro che dobbiamo integrare ma un altro “me stesso”, che dobbiamo imparare ad amare davvero per trovare la via dell’unione… Il tantrico usa gli aspetti che normalmente fanno cadere l’uomo, per farlo risalire. Ossia è una persona capace di accettare gli ostacoli come una crescita. Il 2012 ci chiede di affrontare il gallo, il serpente e il cinghiale. Gallo: rappresentano l’orgoglio spirituale, il fare tutto in un modo assoluto decidendo che sia Verità. Serpente: rappresenta gli arrangiamenti, i “comfort”, il “lasciar stare” per sicurezza, per pigrizia, perché “tanto non cambia niente”, perché “mi conviene”, perché “non si sa mai”… è il lavoro sbagliato e che ci annoia, ma che continuiamo a praticare perché mi dà la certezza di pagare le vacanze… Cinghiale: è l’ignoranza, la mancanza di curiosità, il chiudersi in sé senza scoprire né cercare il sapere, il lasciar stare perché “tanto i problemi si risolvono da soli”. Dietro l’aspetto che in apparenza è ombra, c’è la nostra più grande forza… ma abbiamo paura di essere forti…

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