
Con l’anno nuovo iniziano i buoni propositi. Vogliamo o non vogliamo cambiare per questo anno nuovo? Possiamo e non possiamo al tempo stesso. Siamo paradossali, sempre tirati da una parte che vuole e l’altra che rimanda. Quest’ultima, la conosciamo bene, è quella che spera di cambiare pur rimanendo nelle vecchie abitudini.
Queste situazioni di tensione tra una parte e l’altra di noi stessi ci porta allo stallo e si continua lo “status quo”. L’insoddisfazione di non poter arrivare ad una conclusione in qualcosa ci butta giù oppure invece ci fa fare mille cose in contemporanea. Ci riempiamo la giornata di tanti impegni per dimenticare di non aver fatto le cose essenziali.

In questi giorni dell’anno nuovo credo che sia importante pendere il tempo di scendere al centro di noi stessi per rimanere in ascolto. Ma come portarci al centro? Cosa devo ascoltare? Sono al centro di me stesso quando sono in grado di percepire quello che mi crea solitamente confusione o insofferenza. Quando sono capace di essere testimone di me stesso. Essere al centro del nostro petto vuol dire sentire lì il Divino verso il quale voglio tendere. Allora posso mettermi in ascolto per ritornare a dialogare con la parte più alta di me. Osservare lentamente il gioco dei miei pensieri perché non sono più identificato con loro e prendere le decisioni giuste. Questo mi sembra il miglior augurio per questo nuovo anno 2018.
Angie e Bernard

2 commenti su “Buon anno ai buoni propositi!”
Sì, carissimo Bernard, sono convinto anch’io che il miglior augurio sia quello di essere operosi. Operosi verso noi stessi per riscoprire la nostra vera Essenza che è amore. Il nuovo anno, come tutti quelli passati e tutti quelli futuri, sarà solo ciò che noi ne faremo lavorando sul cuore per portarlo a predominare sulla mente egoica. Non vedo altra condizione per dare colore e sapore all’anno che sta per venire. Viviamo un tempo di grazia, a dispetto di tutto ciò che accade intorno a noi, un tempo che se sapremo guardarlo con gli occhi dello Spirito e ascoltarlo con le orecchie dell’Anima, ci parlerà dell’immanenza di un mondo nuovo illuminato dai nostri cuori che avranno ri-scoperto la propria divinità. Non sarà domani, inutile illudersi, e molti di noi non saranno più nel corpo attuale, ma questo tempo è già in cammino e nulla e nessuno potrà, ormai, fermare i suoi passi. Ti benedico amorevolmente insieme alla tua opera
Fare, ciò che sono venuto a fare è come stare nel mezzo della mia via.
Non scendere di lato se non per recuperare il centro dove ci si sente bene , meglio che in qualunque altro posto .
Questa sensazione da alimentare e’ il minimo sindacale per ringraziare chi ci ha regalato la vita .